ARANCE E CALICANTUS

Emit Flesti

Idea e drammaturgia Alberto Frapporti
Regia Giulio Federico Janni
con Yuri Beretta, Annalisa Morsella, Simone Panza
Canzoni originali dal vivo di Yuri Beretta
Aiuto regia Sara Santolini
Una produzione Emit Flesti con il contributo di Fondazione Caritro, il sostegno di ADMO e AIDO e il patrocinio del Comune di Trento
Ispirato ai libri “Hestia” e “Leucemia adventure” di Giovanni Spitale e Yuri Beretta e alle loro esperienze di vita.

LO SPETTACOLO
Incontrarli è stato un dono. Giovanni scrive ed è bioeticista. Prima non lo era. Yuri scrive ed è un cantautore, ma lo era già prima. Prima di cosa?
Ogni incontro, anche quello apparentemente meno significativo, porta in dote un dono. Anche quando ad attenderti sulla strada della vita c’è la Malattia.
Nella società contemporanea, sempre più individualista e indifferente, l’idea stessa della morte viene spesso concepita come un’insensata vendetta di Dio e la malattia uno spauracchio, anziché qualcosa di naturale e necessario per la stessa sopravvivenza del genere umano che si è abituato a vedere il male come qualcosa di contagioso da tenere lontano, invece di avvicinarsi come esperienza formativa. Sappiamo che le persone soffrono ma non pensiamo che per loro possiamo fare più di quanto non crediamo. Come? Attraverso il Dono.
Piccoli gesti significativi e poco onerosi a volte bastano per dare un grande aiuto agli altri. Ad esempio, ancora in pochi sanno come diventare donatori di midollo, che ciò non comporta alcun rischio e soprattutto che la compatibilità con un donatore di midollo è di uno a centomila. Ci sono moltitudini di individui che, per ignoranza, non sanno di poter essere vere e proprie “persone-medicina”.
La cultura del Dono non deve ridursi a idea di mero scambio ma creare empatia tra membri della stessa comunità umana.
Lo spettacolo e il progetto in generale, anche grazie al sostegno di ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) e AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi), vogliono creare un luogo e un’occasione di confronto fra due mondi: quello dei sani, che non di rado ignora o sottovaluta la realtà quotidiana di chi vive la malattia come una presenza costante; e quello dei malati che, al contrario, spesso non considera le legittime preoccupazioni e l’impreparazione di chi non ha affrontato queste difficoltà e rivendica, non sempre in modo empatico, maggiore considerazione e sostegno.
“La morte ti mette la vita in ordine, ti fa capire cosa conta davvero e cosa appartiene all’infinita categoria delle cazzate”. In questo spettacolo forse rideremo. E rideremo di noi. Forse piangeremo. E piangeremo di noi.

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